Presentata a Firenze all’Hotel Baglioni la stagione invernale sciistica del Trentino

MONTE BONDONE, L’ALLEATO IDEALE DEGLI SCIALPINISTI IN SALUTE E IN SICUREZZA.

Lontano dalle piste e immersi nella natura,
i praticanti dello scialpinismo cercano e trovano
salute e benessere. Esperienza e preparazione fisica
sono fondamentali. Ma per affrontare
la montagna non occorre essere super atleti.

Adrenalina, contemplazione, natura e salu-
te. Sono le pietre angolari dello scialpini-
smo. Disciplina antica, quasi minimale, ep-
pure modernissima nella sua capacità di

intercettare l’interesse dei più giovani. Il
boom è arrivato con il post lockdown,

quando in molti hanno visto in questa at-
tività il giusto compromesso tra la voglia di

movimento e l’avversione per gli assem-
bramenti. Oggi, in un quadro di sostanziale

normalità, le esigenze di distanziamento

vanno esaurendosi. Ma la passione e il de-
siderio di benessere, sono più vive che mai.

DIVERTIMENTO E SALUTE


Nulla di cui stupirsi, assicurano i praticanti.
Perché lo scialpinismo, da sempre, crea

dipendenza. E una volta provato difficil-
mente ti lascia andare. C’è la sfida della

salita e c’è l’emozione della discesa. La na-
tura e il silenzio e il piacere – ebbene sì –

della fatica rigenerante. Quella che fa

dormire sereni e senza pensieri. E poi i par-
ticolari, i dettagli. I solchi lasciati sulla neve

fresca, il fruscio degli sci muniti di pelli (ri-
gorosamente sintetiche), il ritmo del passo

che segue quello del cuore mentre la cima
si avvicina. Piacere puro. E poi giù, con gli

sci che prendono velocità e lo sguardo fis-
so a valle che si sovrappone al sorriso. Un

inno al benessere, tanto per il corpo quan-
to per la mente. Gli aspetti “psicologici”, in-
nanzitutto: gratificazione, buonumore e

relax, effetti tipici di una disciplina così di-
stante dallo stress quotidiano. E poi i bene-
fici corporei: muscoli più tonici, maggiore

flessibilità e migliore coordinazione. Ma

anche, e soprattutto, tanta resistenza car-
diovascolare. Cuore e polmoni si mettono

al lavoro e il corpo brucia calorie. Come

una seduta in palestra ma con un pano-
rama sconfinato. Vuoi mettere?

LA SICUREZZA È FONDAMENTALE


La gratificazione dei panorami naturali
non ha prezzo. Lo sanno bene i praticanti

che da anni si ritrovano nei luoghi simbo-
lo di questo sport. Tra le località di culto

spicca il Monte Bondone, vero e proprio
punto di riferimento per gli appassionati.
«L’area ospita diversi itinerari a difficoltà

variabile, – spiega Franco Aldo Bertagnol-
li, presidente dell’APT – e per questo moti-
vo ben si presta ad ospitare un vasto

pubblico di sportivi: dai più esperti, che qui
possono trovare percorsi capaci di offrire
forti emozioni, ai principianti, per i quali

non mancano proposte meno impegna-
tive ma altrettanto entusiasmanti».

Per tutti i praticanti, esperti o meno, il con-
siglio resta sempre lo stesso: massima at-
tenzione per la sicurezza. Muoversi nella

neve fresca e in prossimità di un pendio,

comporta inevitabilmente qualche peri-
colo. Per questo occorre evitare quei com-
portamenti che possono mettere a rischio

la propria incolumità e quella degli altri. Un
ruolo decisivo lo assume poi l’attrezzatura.
Nell’equipaggiamento dello scialpinista
non possono mancare mai una pala, un

dispositivo ARTVA (vero e proprio strumen-
to salvavita in caso di travolgimento da

valanga) e una sonda. Fondamentali, inol-
tre, piccozza, ramponi, casco e un abbi-
gliamento adeguato. Infine il buon senso,

che in montagna non deve mai mancare,
e la disponibilità ad affidarsi a guide alpine
e professionisti della pratica sportiva che
possono aiutare chiunque ad avvicinarsi
a questo sport in condizioni di sicurezza.


IRONMEN? NO, SEMPLICI APPASSIONATI

Già, chiunque o quasi. Perché lo scialpini-
smo non sarà adatto a tutti – servono pur

sempre un minimo di esperienza e una
buona preparazione fisica – ma non per

questo è riservato esclusivamente ai su-
per atleti. Bastano un’adeguata tecnica

sciistica e la capacità di maneggiare gli

attrezzi, oltre ovviamente a un po’ di pa-
zienza, qualità essenziale per non fermarsi

ai primi impacci e alle prime difficoltà nel

prendere confidenza con le diverse condi-
zioni della neve. Perché ogni sforzo, ogni

ostacolo superabile, in fondo, non è altro
che un passo in avanti in un percorso che
porta a fondersi con la natura. Che poi è
ciò che rende davvero unico questo sport.
sport

CIASPOLE…LE AMICHE DEL CUORE


La ricerca conferma che ciaspolare
in montagna è un’attività
che migliora la resistenza
cardiovascolare. Ancor più
della corsa
Perfetta per gli amanti della natura,
salutare come tutte le attività outdoor.
Le ciaspole non passano mai di
moda, in un connubio tra l’individuo e
il contesto montano. Un’attività
capace di garantire gli stessi benefici
fisici dello scialpinismo. Già, perché
un’escursione sulle racchette da neve
è prima di tutto un esercizio
muscolare ad ampio raggio. Lavorano
i quadricipiti, lavorano le braccia, si
attivano gli addominali. E si allena
soprattutto il sistema cardiovascolare.
I vantaggi sono noti da anni: già nel
2002, una ricerca dell’Università del

Vermont aveva confrontato le
prestazioni di due gruppi di soggetti
giovani coinvolti in distinti programmi
di allenamento basati rispettivamente
sulla corsa e sulle ciaspole. Gli studiosi
misurarono le prestazioni
cardiorespiratorie e aerobiche per sei
settimane. Alla conclusione delle
prove sia i corridori che i ciaspolatori
evidenziavano un incremento del
volume massimo di ossigeno
consumato per minuto (un indicatore
positivamente correlato alla salute).
I soggetti dediti alla corsa avevano
registrato una crescita del 6,3%.
Tra chi si era allenato con le racchette
da neve l’incremento era dell’8,5%.
A vent’anni di distanza da quello
studio, il fascino delle ciaspole non
è diminuito. Ne sanno qualcosa gli
operatori del Monte Bondone, vero
e proprio santuario della specialità.
Qui gli escursionisti possono scegliere
la via più adatta alle loro esigenze.
Di difficoltà media, il percorso delle
Viote, ad esempio, si estende per

7 chilometri con un dislivello di 300
metri, percorribile in 2-3 ore. L’itinerario
che dal Centro Fondo Viote conduce
a La Rosta con un dislivello di circa
260 metri, da parte sua, è considerato
abbastanza semplice e adatto quindi
anche ai meno esperti. Come per tutti
gli sport montani occorre comunque
tenere a mente alcuni consigli:
valutare le condizioni meteo,
procedere in gruppo, meglio
se con guide esperte e dotarsi
di abbigliamento adeguato.

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